***
domenica 28 ottobre 2007
ARCIGAY: Amato e' il solito omofobo dia le dimissioni
COMUNICATO STAMPA
Bologna, 27 ottobre 2007
ARCIGAY: Amato e' il solito omofobo dia le dimissioni
Secondo una circolare del ministero dell'Interno mandata a tutti i prefetti d'Italia viene chiesto di impedire in tutti i modi la registrazione dei matrimoni omosessuali di cittadini italiani avvenute all'estero. Secondo quanto impunemente scritto in questa circolare si sostiene che "che i matrimoni omosessuali "turbano l'ordine pubblico". Chiediamo al governo Prodi di ritirare immediatamente questa offensiva e omofoba circolare e chiediamo le dimissioni del ministro Amato.
Dopo le dichiarazioni rilasciate alla Camera dei Deputati nella primavera del 2000 dove l'allora primo ministro Giuliano Amato disse: " Purtroppo c'è la Costituzione", in riferimento al fatto che non si potesse impedire il Worl Priede di Roma, ora lo stesso rappresentante delle istituzioni ed esponente del governo in carica non può guidare un dicastero cosi delicato di un paese facente parte della Unione essendo affetto da grave e acclarata omofobia.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
***
giovedì 25 ottobre 2007
Comunicato Stampa movimento lgbt - SOSTEGNO ALLA REGIONE TOSCANA
Certo, le identità di ciascuno di noi sono assolutamente uniche ed è evidente che quella fotografia scelta dalla Regione Toscana, del neonato con la fascettina "omosessuale", sia una forzatura: perché sarebbe evidentemente raccapricciante se quella foto diventasse realtà, se cioè i bambini gay fossero identificati sin dalla nascita.
Ma crediamo che le migliori parole di tutta questa vicenda le abbia espresse il Presidente della Regione Toscana, affermando: "I percorsi di ciascuno di noi, si sa, sono unici e irripetibili: c'è chi a pochi anni manifesta un orientamento di tipo omosessuale, chi esplode nell'adolescenza, chi arriva a scoprirlo in età avanzata, chi sceglie di non scoprirlo e se lo reprime per tutta una vita, chi opta legittimamente per la bisessualità, chi non vuole definirsi. Le campagne di comunicazione, invece, per essere efficaci, devono andare al cuore del problema, che in questo caso è rappresentato dall'argomentazione anti-gay tipica: l´omosessualità è una precisa scelta dell´individuo, fatta in nome di un "vizio", dal quale si può uscire o con una rigida moralità o ancor peggio reprimendolo e magari sposandosi. E devono scalfire l´opinione dei più riottosi, di quanti non vogliono saperne di prendere in considerazione altri punti di vista. È una questione di natura. Quante volte nel dibattito sull´omosessualità, magari in televisione, ha sentito espressioni del tipo "contronatura"? Che male c'è ad affermare che la stessa natura, quella che alcuni vorrebbero matrigna, è invece madre? E non perché quel bambino sia geneticamente omosessuale ma perché quando si scoprirà tale non sarà perché lo ha scelto ma perché ha deciso di vivere una parte importante di sé.
Ci pare che questa posizione deponga a favore del fatto che gli amministratori toscani non siano mossi da nessun atteggiamento pietistico, ma anzi dal desiderio di toccare il cuore del problema e di colpire l'obiettivo, che è quello di combattere l'omofobia, riuscendoci peraltro.
Ci stupisce invece leggere dichiarazioni interne al movimento lgbt, di critica dell'iniziativa toscana. Sul merito abbiamo già detto. Ma chiediamo, con serenità e con preoccupazione, è opportuno politicamente attaccare una delle due regioni in Italia, l'altra è il Piemonte, che si sta concretamente spendendo sui nostri temi? L'accusa che la campagna possa dar forza alle teorie genetiche non ci convince, proprio perché l'iniziativa parte da un'istituzione culturalmente distante dalle bislacche ricerche para scientifiche di questi anni; allo stesso tempo non ci sembra solutorio affermare che politicamente l'omosessualità è una scelta, perché ciò non tiene conto di una questione centrale per ognuna ed ognuno di noi, ovvero il desiderio. Il dibattito può certo continuare, ma certamente per noi la Giunta della Regione Toscana ha dimostrato nei fatti, che anche in Italia è possibile sentirsi in Europa.
Cristiana Alicata Roma Andrea Ambrogetti, Fabio Astrobello Presidente Arcigay Reggio Emilia, Mila Banchi Agedo Toscana, Imma Battaglia presidente Di Gay Project, Antonio Benazzi Presidente Arcigay Mantova, Stefano Bolognini direzione Gaynet, Mattia Boschetti artista, Stefano Bucaioni Segretario Arcigay Perugina, Gian Pietro Bucciarelli presidente Arcigay Perugia, Celeste Buratti Arcilesbica Roma, Davide Buzzetti Presidente Arcigay Grosseto, Francesco Calzaretti Arcigay Milano, Matteo Cavalieri Consiglio Nazionale Arcigay Bologna, Stefano Co' Presidente Arcigay Trentino, Enzo Cucco di Torino, Paola Dall'Orto Presidente nazionale Agedo, Pietro Dini Presidente Arcigay Pesaro, Giorgio Dell'Amico Presidente Arcigay Modena, Alex Dybon Presidente Arcigay Pisa, Bert D'Arragon Presidente Arcigay Toscana, Marcella Di Folco Presidente nazionale Mit, Paolo Ferigo Presidente Arcigay Milano, Pasquale Ferro scrittore Napoli, Gianni Geraci Presidente Gruppo il Guado Gay Credenti Milano, Maria Ginaldi Presidente Arcigay Trieste, Riccardo Gottardi Segretario nazionale Arcigay, Franco Grillini Deputato Costituente Socialista Presidente onorario Arcigay, Carlo Guarino Consiglio Nazionale Arcigay, Romeo Henriet Presidente Arcigay Aosta, Giuseppina La Delfa Presidente nazionale Famiglie Arcobaleno, Daina Leporati Presidente Arcigay Pistoia, Sergio Lo Giudice Presidente Onorario Arcigay, Salvatore Maiorana Presidente Arcigay Messina, Claudio Malfitano Presidente Arcigay Padova, Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay, Salvatore Marra Ufficio Nuovi Dirtitti Roma e Lazio, Matteo Marliani Pistoia, Fabrizio Marrazzo Presidente Arcigay Roma, Sergio Mazzoleni Arcigay Brescia, Zeno Menegazzi Presidente Arcigay Verona, Salvatore Milana Presidente Arcigay Ragusa, Marco Mori Consiglio Nazionale Arcigay Milano, Paolo Patané Presidente Arcigay Sicilia, Enrico Perrone Presidente Arcigay Vicenza, Vanni Piccolo leader movimento, Francesco Piomboni Presidente Arcigay Firenze, Francesca Polo Presidente nazionale Arcilesbica, Pasquale Quaranta scrittore Salerno, Regina Presidente Mit Toscana, Paolo Rigliano scrittore e psicoterapeuta, Paolo Rumi Milano, Renato Sabbadini Consiglio nazionale Arcigay, Germana Sgalla Presidente Arcigay Ancona, Francesco Serrelli Presidente Arcigay Genova, Salvatore Simioli Presidente Arcigay Napoli, Antonio Soggia Presidente Arcigay Torino, Lorenza Tizzi responsabile nazionale rete Donne Arcigay, Alessandro Tosarelli Presidente Arcigay Rimini, Ennio Trinelli Presidente La Manica Tagliata, Fabianna Tozzi Presidente nazionale Crisalide Azione Trans, Luca Trentini Presidente Arcigay Brescia, Carmine Urcioli Vice Presidente Arcigay Napoli, Alessandro Zan Presidente Arcigay Veneto, Emliano Zaino Presidente Arcigay Bologna.
***
lunedì 22 ottobre 2007
Nota stampa - ARCIGAY: LO GIUDICE PRESIDENTE COMMISSIONEPER I DIRITTI DI GAY E LESBICHE
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
***
venerdì 12 ottobre 2007
COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA PASSA LO STRALCIO DISTALKING ED ESTENSIONE DELLA LEGGE MANCINO PER REATI CONTRO GAY
Se i capogruppo della Camera, su proposta del Presidente, daranno il via libera, la Commissione potrà discutere ed approvare i provvedimenti direttamente, senza passare dall'aula, il che velocizzerà di molto l'iter parlamentare.
Ringraziamo per il lavoro svolto in questi mesi tutti i gruppi del centro sinistra, in particolare i parlamentari della sinistra tra cui i Titti De Simone, che ha seguito con attenzione i vari delicati passaggi e tessuto un ottimo lavoro di raccordo tra i vari gruppi.
Chiediamo ora a tutti i capogruppo della Camera di sostenere questo stralcio e di consentire finalmente che in questo paese si possano varare misure efficaci contro la violenza sulle donne e delle persone lgbt.
Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay
***
venerdì 5 ottobre 2007
BULLISMO OMOFOBO. LA CAMERA APPROVA UN ORDINE DEL GIORNO
Ordine del Giorno presentato alla Camera in riferimento al Decreto Legge recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008. Numerose le iniziative che impegnano il Governo.
La Camera,
premesso che:
gli episodi di intolleranza e omofobia accaduti anche nel corso di questo anno scolastico hanno riproposto l'esigenza di una iniziativa coordinata di carattere educativo e culturale da condurre direttamente nelle scuole statali;
il mondo della scuola non è attrezzato sufficientemente ad affrontare tali questioni insieme al territorio, alle associazioni e alle istituzioni locali;
la non discriminazione è un principio fondamentale della Costituzione e sul quale si basa l'Unione europea;
tale principio è riportato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare all'articolo 6 <
con le direttive della Comunità europea nn. 2000/43/CE del 29 giugno 2000 e 2000/78/CE del 27 novembre 2000 si attua il principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente dall'origine etnica e si stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizione di lavoro che proibiscono le discriminazioni dirette o indirette basate sull'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o l'orientamento sessuale;
l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, al primo capoverso, vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni pubbliche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali;
la risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa <
l'articolo 3, primo comma, della Costituzione sancisce che <
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a:
sviluppare un protocollo d'intesa per la prevenzione della violenza ai danni degli e delle adolescenti omosessuali tra Ministero della pubblica istruzione, Dipartimento per i diritti e le pari opportunità, Associazione nazionale di genitori, parenti e amici di omosessuali (AGEDO), associazioni di genitori e associazioni omosessuali e transessuali, per prevenire episodi di omofobia, transfobia e razzismo;
sensibilizzare gli istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativo, i provveditorati agli studi, gli enti locali e le agenzie di formazione attive sul territorio affinché realizzino seminari di studio e corsi di formazione e di aggiornamento per docenti e dirigenti scolastici, riguardanti l'educazione al rispetto delle diversità;
favorire la diffusione nel mondo della scuola di specifici progetti educativi, preventivi e di ricerca realizzati e co-realizzati con la collaborazione delle associazioni dei genitori degli studenti omosessuali e le associazioni omosessuali e transessuali, coinvolgendo le associazioni degli studenti e le famiglie;
promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano, al di là di ogni generico richiamo alla <
9/3025/5. De Simone, Sasso, Folena, Froner, Guadagno detto Vladimir Luxuria.
***
martedì 2 ottobre 2007
ARCIGAY: IL SONDAGGIO DI GAY.IT CONFERMA UNA REALTA' BEN CONOSCIUTA
Il sondaggio effettuato dal portale Gay.it su quanti lettori hanno avuto un rapporto sessuale con uomini di chiesa conferma ciò che il movimento lgbt (lesbiche, gay, isessuali, transgender) italiano sostiene da molto tempo, ovvero che al di là delle mistificazioni moraleggianti della gerarchia cattolica esiste una pratica omosessuale molto diffusa tra i sacerdoti e che in molti casi avviene nei luoghi "sacri".
Il bel lavoro condotto da Gay.it ci da' l'opportunità, anche dopo la messa in onda della puntata di Exit su La 7, che ha affrontato il tema, di riaffermare con forza che esiste una vera e propria doppia vita di migliaia di preti. I quali, a volte, pubblicamente condannano le persone e le unioni omosessuali e poi, appena finita la predica, cercano negli oratori, nei seminari, addirittura nei confessionali o su internet di poter dare libero sfogo a pulsioni represse per lungo tempo.
Tutto ciò non deve stupire, infatti, l'omosessualità è una condizione naturale dell'uomo, cui di certo non si sottraggono i sacerdoti. Anzi, la chiesa cattolica ha conosciuto diversi papi, cardinali, vescovi omosessuali; per lunghi periodi della storia è stata un'istituzione rifugio di milioni di omosessuali consacrati e laici. Solo lo stravolgimento della verità scientifica e storica consente all'attuale gerarchia cattolica di erigersi come società casta ed astinente, così da poter ipocritamente elargire lezioni di moralità sessuale a destra e a manca.
Noi siamo vicini e solidali con i tanti preti omosessuali, che vivono con grande sofferenza l'insistente repressione interna operata dal papato tedesco, allo stesso tempo non si può tacere che proprio tanti alti prelati omosessuali sono i più duri censori degli altrui comportamenti sessuali, perché convinti che tutto debba rimanere nell'ambito del controllo del Vaticano. Ma la chiesa cattolica ormai non riesce più da una parte a nascondere le migliaia di abusi sessuali perpetrati nei confronti dei bambini e dei minori in tutto il mondo, e dall'altra a ridurre al silenzio quei preti, che non volendo essere confusi con questi orrori, rivendicano la possibilità di vivere alla luce del sole i loro rapporti d'amore etero od omosessuali. Il fatto più interessante è che finalmente in forme ancora catacombali, molti preti cattolici hanno iniziato ad organizzarsi in diffuse reti di solidarietà e questo rappresenta una speranza di radicale mutamento dentro la chiesa cattolica.
Né Ratzinger, né Bertone, né Bagnasco potranno mai imporre con le loro dure reprimende una libera espressione della sessualità, di cui evidentemente sono gelosi, sia all'interno e sia all'esterno della chiesa. Per questo siamo sicure e sicuri che anche in Italia la storia non potrà essere fermata, i nostri diritti e la nostra dignità di persone lgbt saranno conquistati, anche attraverso lo smascheramento di un'organizzazione che fa l'esatto contrario di quello che vorrebbe imporre agli altri.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
***
lunedì 1 ottobre 2007
A San Marino
Negli ultimi anni c'è stata un'accelerazione del progresso sammarinese sulle tematiche dei diritti civili, e in particolare una maggiore attenzione alle richieste delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Dall'abrogazione nel 2004 della legge discriminatoria in soli tre anni si è arrivati ad affrontare temi più profondi di difesa e sostegno alle minoranze discriminate anche per motivazioni legate all'orientamento sessuale.
L'iniziativa del Governo di San marino non deve passare sotto silenzio, ma essere di esempio per un'azione politica finalmente coerente e incisiva anche nel nostro Paese. Il bisogno di tale evoluzione legislativa è evidente anche solo sulla base delle cronache più recenti, affollate di aggressioni, soprusi, violenze e suicidi.
La Risoluzione europea sull'omofobia del 18 Gennaio 2006 chiede agli Stati membri di far sì che la discriminazione basata sull'orientamento sessuale «sia vietata in tutti i settori» nonché di «assicurare il riconoscimento delle famiglie omosessuali». San Marino non appartiene all'Unione Europea, ma sembra molto più volenteroso dell'Italia a seguirne le risoluzioni.
(ER) S.MARINO. RAZZISMO, PRESTO UN DDL PIU' "INTOLLERANTE"
FOSCHI: MA QUI FINORA NESSUN EPISODIO SIGNIFICATIVO
(DIRE) San Marino, 25 set . - Il Titano alza il tiro contro il razzismo. Il congresso di Stato ha infatti dato l'ok ieri a Ivan Foschi, Guardasigilli, per mettere su carta un progetto di legge che preveda norme piu' severe contro l'intolleranza razziale, la discriminazione sessuale, etnica e religiosa. Ne sara' contento Federico Podeschi, sammarinese direttore del centro d'eccellenza per gli omosessuali del Galles, che di recente ha lamentato pubblicamente l'intolleranza dei suoi ex concittadini verso i "diversi".
Ad oggi, "a San Marino non ci sono leggi specifiche su questo tema,- spiega Foschi- l'oltraggio e la diffamazione sono contemplate del codice penale, ma non e' prevista l'aggravante per motivi razziali". Cosi', in vista della visita sul Titano, prevista il prossimo mese, dell'Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza, l'esecutivo ha deciso di accelerare i tempi e adeguare il proprio codice penale alle raccomandazioni gia' contenute nel rapporto del 2003 che lo stesso organismo ha redatto su San Marino. L'integrazione normativa non sara' immediata, ma il ministro garantisce di portarla in porto "entro l'anno". Sara' cosi' messo su carta il divieto di dare luogo a manifestazioni razziali, come l'incitamento alla violenza e all'odio per motivi di credo religioso, sessuale, etnico. E anche la divulgazione di idee basate sulla superiorita' razziale, contenenti insulti e minacce di questo stampo.
"E il codice penale prescrivera' sanzioni anche a chi fa violenza con le parole". In questo modo "ci avviciniamo all'Europa", si dice convinto il segretario di Stato. Anche se, a sua memoria "qui a San Marino non risultano episodi significativi di razzismo".
ARCIGAY: MATTEO NON E' ICONA GAY MA MARTIRE DEL PREGIUDIZIO
Innanzi tutto perchè le icone gay sono associabili solo a figure allegre e che suscitino gioia di vivere. Seconda ragione perchè i magistrati vedono il dito ma trascurano la Luna.
Ha poca importanza, e noi lo abbiamo sempre detto (un milione di persone presenti al Pride del 16 giugno ci sono testimoni) se Matteo sia stato o meno omosessuale.
Il fatto inconfutabile è che lui è stato individuato come tale da studenti che lo deridevano . E' vero che, come dicono i magistrati, era un ragazzo molto fragile, perchè se è arrivato ad un gesto cosi drammatico come gettarsi dal 4 piano vuol dire che si è affetti dal male di vivere. Forse lui, nella sua fragilità, ha vissuto l'accusa di omosessualità come una macchia gettata addosso dagli altri compagni.
Matteo è semmai un martire del pregiudizio. La scuola in senso lato, non l'Istituto Somelier in senso stretto, devono sentire il peso di questa disgrazia e farsi carico della responsabilità che la società la ha investita per evitare che altri ragazzi facciano come Matteo.
Arcigay ha da tempo dato la propria disponibilità al ministero dell'istruzione per lavorare alla prevenzione del fenomeno del bullismo, in particolare quello omofobico, presentando progetti che mirano a stimolare la conoscenza delle diversità e il rispetto reciproco. Abbiamo richiesto allo stesso Fioroni un incontro per valutare assieme un piano contro il bullismo omofobico. Siamo ancora in attesa di una risposta. La necessità di mettere in campo azioni di prevenzione che permettano ai nostri giovani di conoscersi e di non avere più paura gli uni degli altri è urgente. L'assenza del ministro su questo tema sta diventando pesante per noi e per le troppe coscienze che inerti assistono al susseguirsi di questi fatti.
Se la scuola pensa di far fronte a questa emergenza sociale da sola si sbaglia. Farlo sarebbe un grave errore di presunzione e rischierebbe di danneggiare principalmente gli stessi studenti. La scuola ha bisogno di coinvolgere chi l'omofobia la conosce, chi la combatte da anni e da anni raccoglie centinaia di richieste di aiuto provenienti proprio dal mondo della scuola.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
ARCIGAY: MATTEO COLPEVOLE L’ACCETTAZIONE DELL’OMOFOBIA
D'altronde la madre, che ha coraggiosamente denunciato cosa era avvenuto, è rimasta sola con il suo dolore, le istituzioni cittadine e il ministero dell'Istituzione l'hanno snobbata, non un gesto di solidarietà, nessuna solidarietà e nessun conforto.
Ciò che colpisce è proprio l'indifferenza e la lontananza di un sistema scolastico che si è subito ritenuto non colpevole, non coinvolto, dove in primo luogo gli insegnanti sembravano non capacitarsi dell'accaduto.
Si tratta di una pagina dolorosa, che genera rabbia e sconforto. Dopo la tragedia di Matteo, sono emersi nuovi casi di bullismo ed omofobia, ma il Ministro Fioroni sembra non accorgersi della gravità della situazione, Così facendo le istituzioni, le varie componenti della scuola, nei fatti accettano e si rendono complici dell'odio verso il diverso, dei bullismo e dell'omofobia. A differenza di tanti paesi europei l'Italia appare impreparata ed indifferente: alcuna seria politica di contrasto è stata per ora messa in campo, mentre migliaia di ragazzi e ragazze soffrono terrorizzati in silenzio. Ma noi non dimenticheremo mai Matteo, e continueremo a batterci affinché in questo paese sia finalmente approvata una legge contro le discriminazioni, perché siano finalmente rese operative misure concrete nella scuola a difesa dei ragazzi esposti al bullismo.
Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay