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sabato 29 settembre 2007

Mozione sull' Iran alla regione Emilia Romagna

www.dirittiumani-iran.org

REGIONI: E-R; ECODEM-IDV, MOZIONI PER DIRITTI UMANI IN IRAN
(ANSA) - BOLOGNA, 28 SET - E' firmata da Gianluca Borghi (Ecodem) e Paolo
Nanni (Idv) una mozione, da sottoporre al vaglio dell'aula, nella quale si
impegna la Giunta regionale dell'Emilia-Romagna a intervenire presso il
Governo per sollecitarlo ad adoperarsi affinche' sia dato ampio risalto
informativo all'opinione pubblica alla questione iraniana e a chiedere al
Governo iraniano che sia fatta luce sugli arrestiindiscriminati e sulle
esecuzioni sommarie delle ultime settimane.
Nel documento si chiede anche che il Governo attivi tutte le rappresentanze
diplomatiche, affinche' sia posta con forza al Governo iraniano la questione
del rispetto della vita umana e dei piu' elementari diritti sociali e
civili, per ridare dignita' alla vita quotidiana e alle scelte personali
della popolazione iraniana. In Iran, rilevano i firmatari della mozione,
sono sempre piu' numerosi gli arresti indiscriminati di giovani, musicisti,
presunti omosessuali e donne con l'accusa di non meglio identificati
'crimini sessuali', che si traducono spesso in condanne sommarie
all'impiccagione o alla lapidazione.
Alle venti persone arrestate nelle scorse settimane e gia' giustiziate, sei
delle quali presunti omosessuali ma accusati di violenza su minori e su
donne, si aggiunge un numero imprecisato di donne, giovani,
uomini, musicisti, intellettuali, parrucchieri e, piu' in generale, di tutti
coloro che trasgrediscono la 'nuova morale estetica' voluta dal regime
iraniano.
Il ferreo controllo del regime di Teheran, proseguono i consiglieri, messo
in atto per impedire di fatto che si sappia quello che sta accadendo, non
riesce ad impedire che singole associazioni in esilio vengano messe al
corrente della situazione e riportino all'attenzione dell'opinione pubblica
internazionale le drammatiche notizie delle numerose condanne a morte
eseguite o decretate. In questa direzione si e' mossa anche l'associazione
Lamanicatagliata, che ha lanciato nei giorni scorsi un appello nel quale si
sottolinea, fra l'altro, la gravita' della situazione, la necessita' di
arrivare al piu' presto ad una reale comprensione da parte del mondo
occidentale della portata del fenomeno e la necessita' di porre al centro
dell'attenzione nazionale il dramma del popolo iraniano. (ANSA).
COM-MR/SCS 28-SET-07 14:03 NNNN

Alessandro 16:25 | 0 comments |

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mercoledì 19 settembre 2007





Alessandro 20:14 | 0 comments |

REGIONE EMILIA ROMAGNA. PDL COPPIE DI FATTO, DS-DL FRENANO: TESTO RINVIATO

COMUNICATO STAMPA ARCIGAY "IL CASSERO"
 
LO SCONTRO ALL'INTERNO DEL FUTURO PARTITO DEMOCRATICO NON OSTACOLI IL CAMMINO DEL PDL REGIONALE CHE ARMONIZZA ED ESTENDE I DIRITTI ALLE COPPIE DI FATTO
 
"Chiediamo che il PDL sulle coppie di fatto sia rapidamente approvato"


La notizia dello stop arrivato ieri in Commissione consigliare "Affari generali e bilancio" della Regione Emilia-Romagna è un pessimo segnale, che conferma quanto il movimento omosessuale italiano va sostenendo da tempo: sull'altare dell'unione riformista tra cattolici e post-comunisti verranno sacrificati quei diritti sociali e individuali che sono la misura del grado di civiltà di un paese e che da anni la Comunità Europea ci chiede di approvare.

"La questione fondamentale è che non si può accettare che ci sia chi s'arroga il diritto, come fa il diellino Richetti a nome della Margherita, di definire cosa è e cosa non è una famiglia da tutelare", afferma Francesco Baldini, presidente di Arcigay Il Cassero, che continua: "Dicano i DS se intendono tutelare tutte le coppie, quelle sposate e quelle di fatto, quelle etero e quelle omosessuali. La si smetta di nascondersi dietro rinvii pretestuosi. Il grande Pride nazionale che l'anno prossimo si terrà a Bologna sarà la più grande e plateale manifestazione dell'insoddisfazione degli elettori e delle elettrici omosessuali nei confronti della politica codina, incapace di essere a favore dell'uguaglianza".

Per il coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna, Flavio Romani, "Bisogna sostenere politicamente chi in Regione e in Consiglio si sta mobilitando per far approvare il PDL sull' "armonizzazione della legislazione regionale sui diritti dei cittadini", come il consigliere Zanca e Nanni. E' ugualmente nell'interesse di tutti i cittadini emiliano-romagnoli essere a conoscenza del fatto che forze conservatrici e travestite da cattoliche usano il tema dei diritti civili per occupare spazi di potere. Chiediamo che il PDL sia rapidamente approvato e che la Regione Emilia-Romagna segua l'esempio delle amministrazioni della Toscana, del Piemonte e della Puglia".

Il tema è all'ordine del giorno dell'agenda politica regionale e italiana. Per il presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso: "La richiesta di rinvio e di approfondimento del progetto di legge Zanca, è un escamotage per affossare l'approvazione di un provvedimento che finalmente, anche in Emilia-Romagna riconoscerebbe i nostri progetti affettivi e d'amore, che non sono inferiori a quelli di altri. E' corretto che il testo all'esame citi legge anagrafica, che da tempo include tutte le forme familiari, anche quelle nate fuori dal matrimonio eterosessuale. Ricordo ai consiglieri regionali del futuro PD, che già altre regioni, hanno approvato leggi dove sono incluse tutte le formazioni familiari, mentre le prese di posizione emerse in questi giorni sono frutto di un retaggio culturale anti-storico e che intende opporre un pensiero unico ad una società civile che è già da un'altra parte. E' evidente nelle parole di molti esponenti del centro sinistra un intento discriminatorio, cui sapremo rispondere con fermezza, perché questa Regione, per molti decenni all'avanguardia nelle battaglie per i diritti sociali e civili, sta pericolosamente precipitando nell'oscurantismo clericale".

Avuta notizia dello stop del Consiglio regionale emiliano-romagnolo, il coordinatore di Arcigay Toscana Bert d'Arragon commenta: "Lo statuto della Regione Toscana del 2004 prevede all'art. 4 oltre alla tutela e valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio anche il riconoscimento delle altre forme di convivenza: in questo modo non è stato tolto niente a nessuno, ma si è voluto tutelare anche quelle forme diverse di convivenza che la nostra società sviluppa e che non possono essere ignorate, altrimenti si rischia di non governarla più. L'estensione dei diritti in Toscana ha portato a quadri normativi ed azioni molto positive in termini di lotta alle discriminazioni delle minoranze sessuali, aiutando a garantire una stabilità sociale che forse oggi è ancora più importante di ieri".
 
 
(ER) REGIONE. PDL COPPIE DI FATTO, DS-DL FRENANO: TESTO RINVIATO
ZANCA (SDI): NESSUNA MODIFICA A FAMIGLIA, MA ARMONIZZARE DIRITTI
(DIRE) Bologna, 18 set. - Sui diritti alle coppie di fatto il centrosinistra in Regione preferisce prendersi una pausa di riflessione. E cosi' il pdl firmato da Paolo Zanca (Sdi), arrivato oggi in commissione Affari generali e Bilancio, slitta di tre settimane, su esplicita richiesta del capogruppo dell'Ulivo, Daniele Manca, per gli approfondimenti del caso.
Dunque, la strada e' ancora lunga e non certo priva di insidie. Perche' sulla "famiglia" le parole pesano come un macigno. E se il centrosinistra emiliano-romagnolo su questo tema non pare certo coeso, l'opposizione e' sul piede di guerra, in particolare se alla parola "famiglia" si accosta il termine "omossessualita'". La commissione era chiamata ad esprimersi sull'emendamento "Armonizzazione della legislazione regionale sui diritti dei cittadini". Che definisce nucleo familiare "un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela o da vincoli affettivi". Persone "coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune".
Definizione che non va giu' alla Margherita. Infatti, dice il consigliere regionale Dl Matteo Richetti, "siamo disponibili a valutare ogni proposta di legge che estende i diritti e che include chi e' escluso". Ma "in quel progetto di legge c'e' l'esplicito obiettivo di definire" la parola "famiglia". E "non compete alla Regione definire cos'e' il nucleo famigliare" perche' ci pensa gia' "la Costituzione". Insomma, saremmo di fronte "ad un problema interno al centrosinistra", sottolinea il capogruppo dell'Idv in viale Aldo Moro Paolo Nanni. Che e' tra i firmatari del testo da emendare. Con il nuovo testo, aggiunge il dipietrista, si affermano "eguali diritti per tutti quelli che convivono". Ma anche in Emilia-Romagna, quando si parla di famiglia, emergono, "difficolta' all'interno della maggioranza".
Difficolta' nell'approvare "una legislazione che nei paesi europei c'e' gia'". (SEGUE)
  (Dak/ Dire)



REGIONI: E-R; FAMIGLIE, MODIFICA E RINVIO PER PDL ZANCA
   (ANSA) - BOLOGNA, 18 SET - E' ripreso in commissione regionale Bilancio, con una modifica e un rinvio, l'esame del progetto di legge presentato da Paolo Zanca (Sdi) per la ''Armonizzazione della legislazione regionale sui diritti dei cittadini'' affinche', in tutte le normative, per famiglia non si intenda solo quella fondata sul matrimonio. Il pdl era stato sottoscritto anche da Massimo Mezzetti e Ugo Mazza ora di Sinistra democratica, Daniela Guerra (Verdi), Leonardo Masella (Prc), Paolo Nanni (Idv) e Donatella Bortolazzi (Pdci).
   Accogliendo una proposta del capogruppo Ds, Daniele Manca, la commissione ha sospeso la discussione, affidando al relatore Paolo Nanni (Idv) un approfondimento della legislazione regionale, per verificare puntualmente su quali normative il pdl interviene. Favorevole al pdl, Nanni ne ha auspicato una rapida approvazione. 
L'esame del pdl era gia' stato sospeso in precedenza, in attesa del parere del Servizio legislativo dell'Assemblea sul termine ''famiglia'', riprendendo quanto previsto dalla legge regionale 24/2001 sugli alloggi pubblici. Ora, in base al parere giuridico, Zanca ha presentato un emendamento, che riprende letteralmente quanto suggerito e sostituisce il primo comma del pdl: ''nell'applicazione di tutte le leggi regionali e/o relativi regolamenti, ai fini dell'accesso ai servizi, alle azioni o agli interventi delle leggi medesime, per nucleo familiare si intende la famiglia anagrafica di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente della repubblica 223 del 1989 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente), ossia un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela, o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune''. Resta invece invariato il secondo comma, sulla certificazione anagrafica delle convivenze.
   Secondo Manca, prima di una riflessione politica occorre approfondire il tema nel merito. Di qui la sua proposta, tesa sostanzialmente a verificare nella legislazione regionale gli eventuali casi di discriminazione e penalizzazione, per poi intervenire e contrastarli. A suo parere, infatti, occorre valutare con attenzione anche eventuali effetti potenzialmente peggiorativi del pdl, soprattutto considerando che in alcuni settori, come quello delle politiche abitative e dell'accesso alla casa, si e' gia' fatto tanto.
   Zanca ha ribadito che il pdl interviene in ''un vuoto di sistema, attualmente coperto da criteri applicati in maniera sperimentale''. Nella legislazione regionale vi sono definizioni diverse e differenti, che determinano una situazione variegata nei Comuni, ''inducono a distorsioni e creano cittadini di serie A e di serie B'', ha detto, ribadendo la necessita' di un'armonizzazione per tutelare i diritti di tutti i cittadini. Comunque favorevole alla proposta di Manca, Zanca ha chiesto pero' che la sospensione sia breve.
   ''Il mio sara' un no al pdl senza se e senza ma'', ha affermato Gianni Varani (Fi), dicendosi tuttavia favorevole all'approfondimento richiesto ''perche' la posta in gioco e' troppo alta: sara' una bella sfida per i cattolici e per il nuovo Partito democratico'', ha aggiunto, rilevando che ''l'intento ideologico del pdl e' chiaro gia' nel suo titolo'': per Varani ''oggi chi e' realmente discriminata e' la famiglia unita in matrimonio''.
   ''Il tema - gli ha replicato Manca - e' l'allargamento dei diritti e il Partito democratico non rinuncera' mai ad occuparsene''. Anche Gabriella Ercolini (Ds), favorevole al pdl, ha posto l'accento sui diritti: ''vi sono diritti negati a fasce intere di popolazione e ampliare la sfera dei diritti non significa togliere diritti agli altri''. Favorevole anche Gian Luca Rivi (Ds): il pdl ''puo' estendere i diritti dei cittadini.
Bene l'approfondimento - ha aggiunto - ma dovra' essere l'ultimo''.
   Antonio Nervegna (Fi) ha criticato una ''eccessiva genericita' del testo riguardo alla legislazione regionale che vi e' richiamata: il tema andrebbe approfondito in relazione ad ogni singola legge, per verificare le ricadute della proposta caso per caso''.
   Anche Matteo Richetti (Margherita) ha condiviso la proposta di un approfondimento, ''fondamentale - ha detto - per raggiungere l'obiettivo di estendere l'area dei diritti: se si tratta di questo non mi tiro certo indietro, ma se invece si tratta di reinterpretare un concetto - ha precisato - non ci sto''. (ANSA).
     SE
18-SET-07 20:06 NNNN

Alessandro 16:44 | 0 comments |

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lunedì 17 settembre 2007

SUL BULLISMO OMOFOBICO FIORONI E' RETICENTE

Il Ministro dell'Istruzione ha disatteso tutte le domande dell'interrogazione parlamentare dell'on. Grillini. Mancuso e Bucaioni: non lasciamo soli gli studenti lgbt.

A febbraio di quest'anno l'onorevole Franco Grillini, deputato di SD e presidente onorario di Arcigay, aveva presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro dell'Istruzione sul fenomeno del bullismo omofobo nella scuola italiana. Nell'interrogazione Grillini ricordava i numerosi episodi di violenza e discriminazione, che nel frattempo sono considerevolmente aumentati, e chiedeva quali iniziative il ministro intendesse assumere.

La risposta del Ministro Giuseppe Fioroni, giunta solamente a fine agosto, potrebbe risultare appena sufficiente per una generica interrogazione sul fenomeno del bullismo.
Il Ministro sembra aver completamente dimenticato che l'interrogazione s'incentrava invece sul bullismo omofobico, una forma di bullismo che se si vuole veramente sconfiggere, va prima analizzata e poi combattuta con azioni specifiche e soprattutto con l'aiuto di chi conosce il fenomeno e lo fronteggia da oltre vent'anni.

Notiamo con piacere che negli intendimenti del ministero la parola "rispetto" sembra assumere un valore importante, ben venga. Manca però un presupposto fondamentale nella strada che il Ministro traccia verso il reciproco rispetto: la conoscenza. I ragazzi delle nostre scuole devono imparare, prima di tutto, a conoscersi ed a scoprirsi nelle loro diversità.
Una conoscenza sana e non viziata è il presupposto necessario, altrimenti il rispetto che ci sarà per il compagno di banco musulmano, per la compagna di classe lesbica o per il compagno di scuola cinese, continuerà ad avere il sapore dell'indifferenza.

Il Ministro ha inoltre disatteso tutti gli interrogativi che il testo dell'on. Grillini aveva posto, come l'inserimento specifico del bullismo omofobico nelle campagne di prevenzione della violenza nelle scuole, lo sviluppo di una ricerca specifica sul bullismo omofobico, il coinvolgimento delle associazioni lgbt nell'implementazione delle azioni ministeriali contro il bullismo.

Si parla del comitato nazionale scuola e legalità e di un piano operativo che dovrebbe interagire con associazioni ed enti che si occupano di lotta all'illegalità, ma Arcigay non ha ancora ricevuto nessun invito. Anzi, nonostante i numerosi casi di bullismo omofobico che nell'ultimo periodo hanno segnato la scuola italiana, Arcigay è ancora in attesa del primo incontro con il Ministro, richiesto ormai otto mesi fa.

Chiediamo ancora una volta al Ministro di concederci quell'incontro, di valutare assieme un piano contro il bullismo a sfondo omofobico, di mettere in campo da subito una serie di azioni che permettano ai nostri giovani di conoscersi e non avere più paura gli uni degli altri. Anche quest'anno scolastico, migliaia di studenti gay e lesbiche si siederanno ai banchi delle scuole italiane, chiediamo al Ministro di non lasciarli soli a combattere.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay

Stefano Bucaioni
responsabile scuola Arcigay
Alessandro 16:06 | 0 comments |

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venerdì 14 settembre 2007

ARCIGAY ED ARCILESBICA SCRIVONO AI CAPIGRUPPO E AI LEADER DELL'UNIONE: CALENDARIZZATE IL PACCHETTO ANTIVIOLENZA

Il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso e la presidente di Arcilesbica Francesca Polo hanno inviato oggi una lettera a tutti i Capigruppo e a tutti leader dell'Unione per chiedere l'immediata calendarizzazione del disegno di legge del Governo dal titolo: "Misure di sensibilizzazione e prevenzione, nonché repressione dei delitti contro la persona e nell'ambito della famiglia, per l'orientamento sessuale, l'identità di genere ed ogni altra causa di discriminazione". Tale ddl è stato presentato solennemente nel mese di dicembre in una conferenza stampa congiunta da tre ministri (Clemente Mastella, Rosy Bindi, Barbara Pollastrini) ed è stato poi successivamente depositato il 25 gennaio 2007 alla Camera dei Deputati.

Il provvedimento, meglio conosciuto come il pacchetto antiviolenza, è all'esame della Commissione Giustizia della Camera dove già prima della pausa estiva si sono concluse le audizioni .

In quella sede Arcigay ed Arcilesbica avevano espresso il loro giudizio positivo sul provvedimento, che pure contiene alcune norme da precisare e migliorare, e chiesto alla Commissione di assumere come testo base proprio l'articolato dell'esecutivo, così da poter velocizzare i tempi parlamentari.

Con la lettera inviata questa mattina i due rappresentanti delle associazioni nazionali gay e lesbica, hanno chiesto: "Ai capogruppo e leader dell'Unione, di assumere tutte le iniziative necessarie al fine di inserire tale provvedimento nel calendario d'Aula, valutando tutti gli strumenti regolamentari che possano portare ad una sua rapida approvazione".

Per Arcigay ed Arcilesbica: "Quest'urgenza è dettata dalla presa d'atto che nel nostro paese nell'ultimo anno, si è intensificato un clima d'odio omofobico che ha portato al moltiplicarsi d'atti di violenza e di discriminazione nei confronti delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), e di continui atti vandalici ed intimidazioni nei confronti di luoghi d'aggregazione, culturali e sociali della nostra comunità. Il tutto è stato sintetizzato in un dossier consegnato a giugno al vice ministro agli Interni Marco Minniti e alla Commissione Giustizia della Camera". Da dossier emerge che solo nell'ultimo anno si sono verificati circa 20 episodi di violenze gravi (tra cui 7 omicidi) e circa 50 altre manifestazioni di intolleranza o discriminazione.

La lettera si conclude ricordando che la questione dell'approvazione di norme antidiscriminatorie e di tutela delle persone lgbt è uno dei punti qualificanti della piattaforma rivendicativa del Pride nazionale, che si è tenuto a Roma il 16 giugno 2007,e che ha visto la partecipazione di un milione di persone.
 
Aurelio Mancuso

presidente nazionale Arcigay

 

Francesca Polo

presidente nazionale Arcilesbica

 

Ufficio stampa Arcigay

Alessandro 16:30 | 0 comments |