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martedì 26 gennaio 2010
Giornata della Memoria - La liberazione delle persone LGBT italiane non è ancora finita
Comunicato Stampa Arcigay
27 gennaio - Giornata della Memoria
La liberazione delle persone LGBT italiane non è ancora finita
Decine di iniziative culturali per ricordare le vittime di tutti i regimi
Si celebra domani 27 gennaio 2010 la Giornata della Memoria, 65° anniversario dell'apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, e occasione per ricordare tutti i martiri dei regimi totalitari e chi ha lottato per poter affermare la propria libertà.
Per quest'occasione i comitati territoriali Arcigay promuovono in decine di città eventi culturali che vogliono raccontare la storia dell'omocausto, cioè della persecuzione delle persone omosessuali, che per anni sono state represse, torturate e uccise, perché si discostavano da una norma voluta da un regime. E ammonire che ancora oggi esistono nel mondo nazioni che puniscono con la morte o il carcere un diverso orientamento sessuale.
"Valorizziamo le storie di vita di migliaia di lesbiche e gay che non hanno potuto vivere i loro amori e hanno pagato dolorosamente questa assenza di libertà" – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – "grazie alla loro esperienza, le persone lgbt oggi possono essere più libere. E per questo è fondamentale per ciascuna persona avere la consapevolezza della storia di un percorso che ci porta oggi a potere essere quel che siamo."
Tra le iniziative più coinvolgenti, segnaliamo che in provincia di Livorno i volontari di Arcigay Il Faro distribuiranno davanti alle scuole e per le strade dei centri cittadini 10.000 triangoli rosa, simboli dei prigionieri omosessuali nei lager nazisti, mentre Arcigay Makwan promuove un volantinaggio di sensibilizzazione sui traghetti sullo Stretto di Messina. A Bologna si terrà ai Giardini Cassarini la tradizionale commemorazione dinanzi alla prima lapide italiana deposta in memoria delle vittime lesbiche e gay del nazi-fascismo, che quest'anno compie 20 anni.
"L'omofobia e la transfobia di oggi sono la continuazione di una discriminazione che vide nel nazismo, nel fascismo e nello stalinismo gli apici più drammatici di un percorso discriminatorio che caratterizza la contemporaneità fin dai suoi esordi." – aggiunge Marco Reglia, referente Arcigay per la Memoria storica – "Il percorso di affermazione sociale e civile è arrivato ormai al suo termine nella maggior parte d'Europa, con l'equiparazione legale della cittadinanza LGBT. In Italia purtroppo siamo ancora in attesa della liberazione della nostra Auschwitz: il percorso non è ancora finito."
Tutte le iniziative promosse da Arcigay per la Giornata della Memoria 2010:
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venerdì 8 gennaio 2010
Comunicato Stampa Arcigay - Matrimonio omosessuale in Portogallo - 08.01.10
Comunicato Stampa Arcigay
8 gennaio 2010
Dobbiamo spostare l'Italia in Portogallo?
Il paese iberico approva i matrimoni omosessuali: è il 6° paese europeo
Continuiamo a chiedere pari diritti e pari doveri per entrare nei confini d'Europa
Il Parlamento portoghese ha approvato oggi una legge che garantisce pari diritti e pari doveri (escluso il diritto all'adozione) alle coppie omosessuali rispetto a quelle etero, sancendo un equivalente di riconoscimento pubblico del matrimonio tra gay e lesbiche. Il primo ministro Jose Socrates ha commentato la decisione, che attende solo la ratifica del Presidente, come "un momento storico per il Portogallo che da anni combatte contro la discriminazione e l'ingiustizia sociale".
Il Portogallo diventa così il 6° paese europeo a riconoscere il matrimonio omosessuale e l'8° nel mondo (con Canada e Sudafrica) e si conferma uno dei 20 Paesi in Europa a dare un riconoscimento pubblico di tutte le famiglie.
"Il nostro faro resta sempre la richiesta alle istituzioni italiane di vedere riconosciuti Pari Diritti e Doveri per tutte le persone, anche per i cittadini e le cittadine lgbt, prima di dover essere costretti a spostare l'Italia in Portogallo, entro i confini di un'Europa civile e laica." – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso.
"Le coppie omosessuali italiane sono fantasmi sociali che non ne possono più di essere discriminate e oggi il nostro pensiero e sostegno va ai savonesi Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia in sciopero della fame da alcuni giorni affinché venga calendarizzata in Parlamento una legge per il riconoscimento pubblico delle nostre unioni."
"Il nostro congresso nazionale che si terrà a Perugia dal 12 al 14 febbraio prossimi, avrà con punto focale proprio la parità di ogni relazione, che, come ricorda anche lo slogan dell'evento "Per Costituzione, Io c'entro", è tutelata anche dalla nostra carta fondamentale, che all'Articolo 3 non specifica il genere dei coniugi del matrimonio." – conclude Mancuso.
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- Paesi che estendono il matrimonio a tutte le coppie: Belgio, Olanda, Spagna, Svezia, Norvegia, Portogallo.
- Paesi che riconoscono pari diritti a tutte le coppie o buona parte dei diritti anche alle coppie omosessuali: Austria, Francia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Islanda, Andorra.
- Paesi che riconoscono pubblicamente tutte le convivenze: Croazia.