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martedì 22 dicembre 2009
La Regione Emilia Romagna approva la legge antidiscriminazioni, nonostante Caffarra
COMUNICATO STAMPA
L'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato la legge finanziaria. Con l'articolo 48 (ex 42) l'ente supera la discriminazione delle coppie omosessuali nell'erogazione dei servizi. Prezioso il richiamo alla parità fra i generi e l'inequivocabile riferimento alle persone transessuali. La soddisfazione delle associazioni lgbt.
L'assemblea legislativa della Regione ha espresso oggi il suo assenso alla legge finanziaria regionale, che nell'articolo 48 (ex 42) ridefinisce l'erogazione dei servizi garantendo lo stesso accesso a coppie sposate e non, eterosessuali e omosessuali, nonché ai singoli individui. L'esito del voto arriva dopo un inedito ed infruttuoso pressing dell'Arcivescovo Carlo Caffarra che attraverso una lettera aperta rivolta al presidente Errani aveva tentato di precludere ai nostri territori questo importante traguardo di civiltà e democrazia, meta che da tempo ci viene indicata dall'Unione europea. Il carattere laico che queste nuove norme conferiscono all'azione amministrativa dell'ente non può che raccogliere il plauso e la soddisfazione della rete regionale delle associazioni lgbt in cui convergono Arcigay, Arcilesbica, Mit e Agedo.
Di seguito le dichiarazioni dei portavoce delle associazioni:
"Siamo soddisfatti dell'approvazione dell'art.48 (ex 42) della legge di bilancio, che in 4 commi definisce i criteri di non discriminazione per i cittadini della Regione Emilia-Romagna – dichiara Flavio Romani, coordinatore di Arcigay Emilia Romagna - In questo modo il Presidente Errani e la maggioranza in Regione hanno saputo dare un segnale chiaro e forte di laicità e comprensione delle problematiche sociali. Oltre ai criteri generali, è da sottolineare l'importanza del terzo comma, che parifica nella fruizione dei servizi erogati dalla Regione i singoli, le famiglie e tutte le forme di convivenza. Sono inoltre preziosi i richiami alle nozioni di discriminazione previste nelle normative europee, in particolar modo la 2006/54 CE che riguarda la parità fra i generi e definisce in modo chiaro e inequivocabile il divieto di discriminazione nei confronti delle persone transessuali. Il continuo lavoro di scambio e di contatto fra le nostre associazioni e la Regione ha portato a questo grande passo in avanti".
"Finalmente la Regione Emilia-Romagna ha recuperato il senno. – dice Marcella Di Folco, presidente del Mit (Movimento Identità transessuale) L'approvazione di questo articolo che riguarda il divieto di discriminazione anche per orientamento sessuale e identità di genere fa onore alla giunta e alla maggioranza guidata da Vesco Errani e riporta la nostra regione al ruolo di faro nazionale nel saper affrontare con cognizione di causa e con spirito fortemente civile, laico e democratico, le sfide che i cambiamenti e l'evoluzione sociale continuamente ci pongono. Possa questa regione essere d'esempio per le altre regioni e per l'Italia intera".
"Noi genitori AGEDO siamo felici di questo primo passo importante verso il riconoscimento di pari diritti anche per le famiglie dei nostri figli – dice Flavia Madaschi, presidente di Agedo Bologna - Era tempo che una regione così avanzata sul piano del sociale si attrezzasse anche su questo fronte. Ci auguriamo che questo sia motivo di dibattito anche per le altre regioni dove ancora molte famiglie omosessuali sono in attesa di un simile riconoscimento legale".
"Nell'oscurità in cui versa il nostro paese in quasi ogni campo del vivere civile, dalla parità di diritti fra diverse tipologie di cittadini, alla libertà di potersi esprimere e autorappresentare senza condizionamenti, un raggio di luce arriva dal nostro consiglio regionale – è il commento di Elisa Manici, presidente di Arcilesbica Bologna - C'è ancora motivo di essere orgogliose di vivere in Emilia Romagna: da oggi le persone LGBT che abitano qui saranno un po' meno cittadini di seconda categoria che nel resto del nostro paese retrogrado. La strada da percorrere è ancora lunga, ma ogni passo avanti va salutato con gioia".
"I richiami al Trattato di Lisbona in materia di non discriminazione nei confronti di persone con ogni orientamento sessuale e identità di genere– dice Emiliano Zaino, presidente di Arcigay Cassero Bologna - sono un successo importante per la nostra Regione, che così si impegna a estendere le dovute tutele alle persone LGBT, svergognando il Parlamento nazionale che più volte ha bocciato proposte di legge che andavano in questo senso. Il riconoscimento dei principi iscritti nell'articolo 48 (ex 42) è un fatto che ci permette di formulare i più rosei auspici sul quinquennio di governo a cui il presidente Errani si candida".
Bologna, 21 settembre 2009