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martedì 2 dicembre 2008
Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno. Intervista a Franco Grillini su Vaticano e depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo: "La chiesa chiede libertà. E la nega agli altri"
«Per il clero qualsiasi concessione venga fatta, compresa la cancellazione della pena di morte, porta al matrimonio gay».
Martedì 02 dicembre 2008
«Per il clero qualsiasi concessione venga fatta, compresa la cancellazione della pena di morte, porta al matrimonio gay».
Martedì 02 dicembre 2008
L'intervista a Franco Grillini de "Il Resto del Carlino", La nazione, Il Giorno, Qn
di DONATELLA BARBETTA
«È STUPEFACENTE». Sono le prime parole di Franco Grillini, alle prese tra telefonate e posta elettronica. È un pomeriggio infuocato per il presidente di Gaynet, associazione omosessuale d'informazione. La sua militanza gay è antica: risale al 1982, quando a Bologna fu inaugurato il Cassero di Porta Saragozza, circolo di cultura omosessuale che per lungo tempo 'costrinse' la diocesi petroniana ad annullare lì davanti preferendo spostarla di qualche centinaio di metri la tradizionale sosta della Madonna di San Luca, in occasione della discesa annuale dal Colle della Guardia per ricevere l'abbraccio della città.
Grillini, che cosa pensa della posizione assunta dal Vaticano?
«Sono argomentazioni che non reggono, fuori tema. La mozione della Francia chiede di adeguare alle leggi delle nazioni occidentali la legislazione di 90 Paesi in prevalenza di religione islamica dove l'omosessualità è un reato, e tra questi in sette è prevista anche la pena di morte. Il fatto che il Vaticano dica no, vuol dire opporsi alla cancellazione del patibolo e di pene molto gravi per gli omossessuali in quanto tali, non perché hanno rubato o fatto altro».
Monsignor Celestino Migliore, rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite, teme però che formare «categorie protette» crei «discriminazioni» di altro tipo, verso gli Stati che non riconoscono le unioni omosessuali.
«Anche qui ci troviamo di fronte a un ragionamento che non sta in piedi. Non si creerebbe alcuna categoria protetta: la mozione francese non introduce azioni positive per la categoria. All'Onu non è in discussione il matrimonio tra gay, ma solo la libertà degli omosessuali. Il Vaticano dovrebbe tutelare la minoranza, perché essere omosessuale è una caratteristica della personalità, non è certo una scelta. Per questo la tutela dovrebbe essere più forte rispetto alle scelte religiose, che possono anche cambiare. Basti pensare al caso di Magdi Allam. E comunque la Chiesa applica la teoria del 'piano inclinato'».
Ovvero?
«Per il clero qualsiasi concessione venga fatta, compresa la cancellazione della pena di morte, porta al matrimonio gay».
Ma Migliore sottolinea che il Catechismo della Chiesa cattolica evita «ogni marchio di discriminazione» verso gli omosessuali.
di DONATELLA BARBETTA
«È STUPEFACENTE». Sono le prime parole di Franco Grillini, alle prese tra telefonate e posta elettronica. È un pomeriggio infuocato per il presidente di Gaynet, associazione omosessuale d'informazione. La sua militanza gay è antica: risale al 1982, quando a Bologna fu inaugurato il Cassero di Porta Saragozza, circolo di cultura omosessuale che per lungo tempo 'costrinse' la diocesi petroniana ad annullare lì davanti preferendo spostarla di qualche centinaio di metri la tradizionale sosta della Madonna di San Luca, in occasione della discesa annuale dal Colle della Guardia per ricevere l'abbraccio della città.
Grillini, che cosa pensa della posizione assunta dal Vaticano?
«Sono argomentazioni che non reggono, fuori tema. La mozione della Francia chiede di adeguare alle leggi delle nazioni occidentali la legislazione di 90 Paesi in prevalenza di religione islamica dove l'omosessualità è un reato, e tra questi in sette è prevista anche la pena di morte. Il fatto che il Vaticano dica no, vuol dire opporsi alla cancellazione del patibolo e di pene molto gravi per gli omossessuali in quanto tali, non perché hanno rubato o fatto altro».
Monsignor Celestino Migliore, rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite, teme però che formare «categorie protette» crei «discriminazioni» di altro tipo, verso gli Stati che non riconoscono le unioni omosessuali.
«Anche qui ci troviamo di fronte a un ragionamento che non sta in piedi. Non si creerebbe alcuna categoria protetta: la mozione francese non introduce azioni positive per la categoria. All'Onu non è in discussione il matrimonio tra gay, ma solo la libertà degli omosessuali. Il Vaticano dovrebbe tutelare la minoranza, perché essere omosessuale è una caratteristica della personalità, non è certo una scelta. Per questo la tutela dovrebbe essere più forte rispetto alle scelte religiose, che possono anche cambiare. Basti pensare al caso di Magdi Allam. E comunque la Chiesa applica la teoria del 'piano inclinato'».
Ovvero?
«Per il clero qualsiasi concessione venga fatta, compresa la cancellazione della pena di morte, porta al matrimonio gay».
Ma Migliore sottolinea che il Catechismo della Chiesa cattolica evita «ogni marchio di discriminazione» verso gli omosessuali.
«Invece non è così. Il Vaticano chiede solidarietà per i cristiani perseguitati, ma mantiene la persecuzione per gli omosessuali, chiede libertà per sé e la nega agli altri; dovrebbe avere più umiltà e al contrario si intromette a livello planetario nelle questioni dell'Onu. E poi anche l'Italia ha firmato la proposta per depenalizzare l'omosessualità nel mondo. Del resto, c'è un motivo per cui il Vaticano non aderisce alle Nazioni Unite».
Quale?
«Il Vaticano è uno Stato teocratico e autoritario: ha solamente un 'osservatore' all'Onu, perché altrimenti dovrebbe sottoscrivere la Dichiarazione universale dei diritti umani. Cosa che non intende fare. È bene che la Francia ignori le assurdità vaticane».
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Liberazione 2 dicembre 2008
Fondamentalismi
Il salto indietro della Chiesa
Aurelio Mancuso
Ecco il vero volto del pontificato di Ratzinger si rivela finalmente fino
in fondo. L'opposizione annunciata in pompa magna alla richiesta
presentata all'Onu dal governo francese (e firmata anche dal nostro
governo) di depenalizzare l'omosessualità nel mondo, è il chiaro segno
della vera natura antropologica di una gerarchia ormai talmente spaventata
da diventare cattiva, nemica dell'uomo, dei suoi diritti umani
fondamentali. L'osservatore vaticano presso l'Onu tenta di giustificare la
presa di posizione in difesa degli stati che non riconoscono le unioni
gay, perché una volta passata la richiesta sarebbero messi alla gogna. Si
tratta di una enorme, inaudita bugia. La richiesta parla esplicitamente
della necessità che nei 91 paesi dove l'omosessualità è ritenuta un reato
sia cancellata questa infamia. Di questi una cinquantina prevedono il
carcere, la tortura, i lavori forzati; in una decina l'esecuzione
capitale. E di omosessualità si muore abbondantemente in Iran, dove
proseguono nel silenzio generale del mondo, le esecuzioni contro ragazzi
omosessuali, di solito impiccati sulla pubblica piazza. E come non avere
davanti agli occhi, al tempo del regime talebano in Afghanistan, i corpi
dei rei omosessuali legati ad un muro e schiacciati da camion che in corsa
li investivano? E cosa dire delle lapidazioni, con piccoli sassi per
renderle più crudeli, subite da ragazze lesbiche? Ecco a cosa si oppone il
Vaticano: alla possibilità che questi nostri fratelli e sorelle abbiano
salva la vita. Che nessuno possa più toccare una persona omosessuale e
seviziarla, torturarla, rinchiuderla per anni in orrende prigioni. Questa
chiesa ha con la dichiarazione di ieri fatto il definitivo salto indietro
che tanti prevedevano. D'ora in poi non saranno più possibili furbeschi
giri di parole. Chi avrà, anche all'interno, il coraggio di condannare
apertamente questo atto contro l'umanità allora non sarà complice. Chissà
cosa ne pensano in questo senso la Comunità di Sant'Egidio, le tante
associazioni cattoliche pacifiste, impegnate nel volontariato
internazionale. E il silenzio è sempre coresponsabilità, così come è
avvenuto ieri, quando la gran parte dei mass media si è "dimenticato" che
ricorreva la Giornata Mondiale di lotta contro l'Aids, rimozione
probabilmente dettata dai tempi, dalle opportunità politiche, per tacere
quello che il nostro paese non fa da decenni. Stare zitti è colpevole e
nessuno si potrà sottrarre. Il Vaticano ha superato il limite, nessuna
scappatoia è possibile: i politici di sinistra, centro sinistra, destra e
centro destra, devono dire con chiarezza cosa ne pensano, senza
arrampicarsi come al loro solito sugli specchi!
A niente vale l'obiezione che il Vaticano ha uno status di semplice
osservatore e, quindi, non vota. Sappiamo bene quale profondo e
continuativo lavoro di lobbing svolge in quel palazzo, in alleanza proprio
con quei paesi dittatoriali, teocratici che negano la libertà alle donne e
alle persone lgbt. Attendiamo con grande curiosità le parole che si
sapranno pronunciare in queste ore da parte del mondo politico, ma anche
da quello culturale, della comunicazione. Da oggi lo spartiacque è
finalmente stato delimitato e non è necessario essere anti clericali per
provare un moto di sdegno contro un'azione che di cristiano, di messaggio
evangelico, non ha proprio nulla. Questa è la stessa gerarchia che piange
(giustamente) quando i preti vengono uccisi, quando i cattolici vengono
perseguitati, ma non fa altrettanto contro tutte le altre ingiustizie del
mondo. E' la stessa gerarchia che ha stretto la mano a Pinochet, che ha
taciuto sull'omicidio del vescovo Romero, che si è collusa con la mafia,
con la P2, con le deviazioni criminali dello Stato italiano. E' la stessa
gerarchia, che strumentalizzando un profondo senso religioso, che è ben
altra cosa rispetto ai giochi di potere del palazzo, utilizza i soldi per
l'8 per mille per organizzare milizie reazionarie di contrasto alle
libertà individuali, contro l'autodeterminazione delle donne, contro ogni
possibile vita degna per le persone gay e lesbiche. E noi viviamo nella
stessa Italia, che da quasi ventanni non ha una classe politica inadeguata
a difendere la laicità dello Stato, che ha permesso lo spadroneggiare in
tutti gli ambiti una casta di uomini, eunuchi per il regno dei cieli, che
senza averne titolo e mandato, continuano ad opprimere ogni volontà di
vera riforma sociale e civile. Speriamo, che almeno in questa occasione,
non siamo lasciati soli a difendere non solo noi stesse e noi stessi, ma a
difendere il principio di libertà, salvaguardia delle vite, vera e
quotidiana democrazia!
in fondo. L'opposizione annunciata in pompa magna alla richiesta
presentata all'Onu dal governo francese (e firmata anche dal nostro
governo) di depenalizzare l'omosessualità nel mondo, è il chiaro segno
della vera natura antropologica di una gerarchia ormai talmente spaventata
da diventare cattiva, nemica dell'uomo, dei suoi diritti umani
fondamentali. L'osservatore vaticano presso l'Onu tenta di giustificare la
presa di posizione in difesa degli stati che non riconoscono le unioni
gay, perché una volta passata la richiesta sarebbero messi alla gogna. Si
tratta di una enorme, inaudita bugia. La richiesta parla esplicitamente
della necessità che nei 91 paesi dove l'omosessualità è ritenuta un reato
sia cancellata questa infamia. Di questi una cinquantina prevedono il
carcere, la tortura, i lavori forzati; in una decina l'esecuzione
capitale. E di omosessualità si muore abbondantemente in Iran, dove
proseguono nel silenzio generale del mondo, le esecuzioni contro ragazzi
omosessuali, di solito impiccati sulla pubblica piazza. E come non avere
davanti agli occhi, al tempo del regime talebano in Afghanistan, i corpi
dei rei omosessuali legati ad un muro e schiacciati da camion che in corsa
li investivano? E cosa dire delle lapidazioni, con piccoli sassi per
renderle più crudeli, subite da ragazze lesbiche? Ecco a cosa si oppone il
Vaticano: alla possibilità che questi nostri fratelli e sorelle abbiano
salva la vita. Che nessuno possa più toccare una persona omosessuale e
seviziarla, torturarla, rinchiuderla per anni in orrende prigioni. Questa
chiesa ha con la dichiarazione di ieri fatto il definitivo salto indietro
che tanti prevedevano. D'ora in poi non saranno più possibili furbeschi
giri di parole. Chi avrà, anche all'interno, il coraggio di condannare
apertamente questo atto contro l'umanità allora non sarà complice. Chissà
cosa ne pensano in questo senso la Comunità di Sant'Egidio, le tante
associazioni cattoliche pacifiste, impegnate nel volontariato
internazionale. E il silenzio è sempre coresponsabilità, così come è
avvenuto ieri, quando la gran parte dei mass media si è "dimenticato" che
ricorreva la Giornata Mondiale di lotta contro l'Aids, rimozione
probabilmente dettata dai tempi, dalle opportunità politiche, per tacere
quello che il nostro paese non fa da decenni. Stare zitti è colpevole e
nessuno si potrà sottrarre. Il Vaticano ha superato il limite, nessuna
scappatoia è possibile: i politici di sinistra, centro sinistra, destra e
centro destra, devono dire con chiarezza cosa ne pensano, senza
arrampicarsi come al loro solito sugli specchi!
A niente vale l'obiezione che il Vaticano ha uno status di semplice
osservatore e, quindi, non vota. Sappiamo bene quale profondo e
continuativo lavoro di lobbing svolge in quel palazzo, in alleanza proprio
con quei paesi dittatoriali, teocratici che negano la libertà alle donne e
alle persone lgbt. Attendiamo con grande curiosità le parole che si
sapranno pronunciare in queste ore da parte del mondo politico, ma anche
da quello culturale, della comunicazione. Da oggi lo spartiacque è
finalmente stato delimitato e non è necessario essere anti clericali per
provare un moto di sdegno contro un'azione che di cristiano, di messaggio
evangelico, non ha proprio nulla. Questa è la stessa gerarchia che piange
(giustamente) quando i preti vengono uccisi, quando i cattolici vengono
perseguitati, ma non fa altrettanto contro tutte le altre ingiustizie del
mondo. E' la stessa gerarchia che ha stretto la mano a Pinochet, che ha
taciuto sull'omicidio del vescovo Romero, che si è collusa con la mafia,
con la P2, con le deviazioni criminali dello Stato italiano. E' la stessa
gerarchia, che strumentalizzando un profondo senso religioso, che è ben
altra cosa rispetto ai giochi di potere del palazzo, utilizza i soldi per
l'8 per mille per organizzare milizie reazionarie di contrasto alle
libertà individuali, contro l'autodeterminazione delle donne, contro ogni
possibile vita degna per le persone gay e lesbiche. E noi viviamo nella
stessa Italia, che da quasi ventanni non ha una classe politica inadeguata
a difendere la laicità dello Stato, che ha permesso lo spadroneggiare in
tutti gli ambiti una casta di uomini, eunuchi per il regno dei cieli, che
senza averne titolo e mandato, continuano ad opprimere ogni volontà di
vera riforma sociale e civile. Speriamo, che almeno in questa occasione,
non siamo lasciati soli a difendere non solo noi stesse e noi stessi, ma a
difendere il principio di libertà, salvaguardia delle vite, vera e
quotidiana democrazia!
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Il Manifesto 2 dicembre 2008
Papale condanna
Aurelio Mancuso
Ma perché il Vaticano ha deciso di mettersi nel novero dei paesi che
concepiscono il reato di omosessualità? Quale ispirazione divina, ha
consigliato al rappresentante osservatore all'Onu della chiesa cattolica
di scagliarsi contro la richiesta presentata dal governo francese, e
sottoscritta anche dal governo italiano, di depenalizzare l'omosessualità?
Circa novanta paesi nel mondo prevedono il reato di omosessualità, una
cinquantina di questi lo puniscono con il carcere, le sevizie, la tortura,
i lavori forzati, di questi una decina prevedono la pena capitale. Non c'è
ragione ideale, religiosa, culturale che possa giustificare una simile
presa di posizione vaticana!
I volti terrorizzati dei ragazzi iraniani che continuano ad essere
impiccati a causa della loro omosessualità, non muovono a sentimenti di
pietà i gerarchi cattolici? Le donne lapidate, i giovani legati contro un
muro e poi uccisi per schiacciamento dalle auto, sono variabili
indifferenti rispetto alla necessità di proclamare una condanna definitiva
non solo contro l'omosessualità, ma sulle persone gay e lesbiche?
Siamo davvero raggelati da un papato che ci attendavamo arcigno,
antiquato, fedele alla peggiore Tradizione pre Conciliare, ma si è andati
oltre, si è percorsa una strada senza ritorno. Lo Stato teocratico
vaticano si è messo, pubblicamente allo stesso livello dell'Iran, degli
altri regimi islamici, delle peggiori dittature di tutti i colori, passate
e purtroppo presenti.
Da sempre l'osservatore vaticano all'Onu intriga, preme, blandisce decine
di diplomazie del mondo affinché i diritti umani siano negati, quando non
confacenti ai gusti della religione cattolica. Sull'ormai tristemente
famoso Lexicon, edito alcuni anni fa, summa dottrinale del pensiero della
Curia sulle libertà e i diritti, proprio alcune organizzazioni
internazionali, le agenzie dell'Onu, venivano ferocemente attaccate perché
lassiste sull'aborto, sulla contraccezione e così via. Da sempre in
alleanza appunto con i peggiori regimi, a volte stringendo pubblicamente
la mano a dittatori sanguinari, il papa e i suoi emissari, hanno promosso
campagne internazionali di inaudita violenza. Nulla a che vedere con il
messaggio cristiano e con il Vangelo. Solo pura pratica di potere,
conservazione di una eretica storia di dominio sulle terre, invece che di
guida spirituale delle anime. La storia drammaticamente si ripete e se
possibile riesce a stupire a rilanciare una visione cattolica proprietaria
del mondo, di oppressione delle libertà, di giustificazione
dell'assassinio di massa, quando questo è coerente con l'impostazione
tradizionale della chiesa.
Non c'è sentimento di vergogna che sia sufficiente e, ora attendiamo cosa
sapranno dire vescovi, preti, popolo di Dio, da molti anni silenti.
Vediamo cosa sapranno inventarsi i nostri politici, soprattutto quelli del
variegato centro sinistra.
Quello che è accaduto non ha giustificazione, non è ammissibile nella
comunità internazionale democratica.
Ma questo è il paese del tutto è possibile, quindi, attendiamo, sperando
che vi sia finalmente una reazione degna di questo nome, dentro e fuori la
chiesa, nella società civile, per amore della vita, di quella esistenza,
etero, gay, lesbica, trans, che non può essere violata da nessuno. Oggi i
secoli oscuri del delitto legalizzato in nome di un povero Cristo, sono
riemersi come in un incubo senza fine.
concepiscono il reato di omosessualità? Quale ispirazione divina, ha
consigliato al rappresentante osservatore all'Onu della chiesa cattolica
di scagliarsi contro la richiesta presentata dal governo francese, e
sottoscritta anche dal governo italiano, di depenalizzare l'omosessualità?
Circa novanta paesi nel mondo prevedono il reato di omosessualità, una
cinquantina di questi lo puniscono con il carcere, le sevizie, la tortura,
i lavori forzati, di questi una decina prevedono la pena capitale. Non c'è
ragione ideale, religiosa, culturale che possa giustificare una simile
presa di posizione vaticana!
I volti terrorizzati dei ragazzi iraniani che continuano ad essere
impiccati a causa della loro omosessualità, non muovono a sentimenti di
pietà i gerarchi cattolici? Le donne lapidate, i giovani legati contro un
muro e poi uccisi per schiacciamento dalle auto, sono variabili
indifferenti rispetto alla necessità di proclamare una condanna definitiva
non solo contro l'omosessualità, ma sulle persone gay e lesbiche?
Siamo davvero raggelati da un papato che ci attendavamo arcigno,
antiquato, fedele alla peggiore Tradizione pre Conciliare, ma si è andati
oltre, si è percorsa una strada senza ritorno. Lo Stato teocratico
vaticano si è messo, pubblicamente allo stesso livello dell'Iran, degli
altri regimi islamici, delle peggiori dittature di tutti i colori, passate
e purtroppo presenti.
Da sempre l'osservatore vaticano all'Onu intriga, preme, blandisce decine
di diplomazie del mondo affinché i diritti umani siano negati, quando non
confacenti ai gusti della religione cattolica. Sull'ormai tristemente
famoso Lexicon, edito alcuni anni fa, summa dottrinale del pensiero della
Curia sulle libertà e i diritti, proprio alcune organizzazioni
internazionali, le agenzie dell'Onu, venivano ferocemente attaccate perché
lassiste sull'aborto, sulla contraccezione e così via. Da sempre in
alleanza appunto con i peggiori regimi, a volte stringendo pubblicamente
la mano a dittatori sanguinari, il papa e i suoi emissari, hanno promosso
campagne internazionali di inaudita violenza. Nulla a che vedere con il
messaggio cristiano e con il Vangelo. Solo pura pratica di potere,
conservazione di una eretica storia di dominio sulle terre, invece che di
guida spirituale delle anime. La storia drammaticamente si ripete e se
possibile riesce a stupire a rilanciare una visione cattolica proprietaria
del mondo, di oppressione delle libertà, di giustificazione
dell'assassinio di massa, quando questo è coerente con l'impostazione
tradizionale della chiesa.
Non c'è sentimento di vergogna che sia sufficiente e, ora attendiamo cosa
sapranno dire vescovi, preti, popolo di Dio, da molti anni silenti.
Vediamo cosa sapranno inventarsi i nostri politici, soprattutto quelli del
variegato centro sinistra.
Quello che è accaduto non ha giustificazione, non è ammissibile nella
comunità internazionale democratica.
Ma questo è il paese del tutto è possibile, quindi, attendiamo, sperando
che vi sia finalmente una reazione degna di questo nome, dentro e fuori la
chiesa, nella società civile, per amore della vita, di quella esistenza,
etero, gay, lesbica, trans, che non può essere violata da nessuno. Oggi i
secoli oscuri del delitto legalizzato in nome di un povero Cristo, sono
riemersi come in un incubo senza fine.
Alessandro 12:48