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martedì 1 aprile 2008

Ecco, fuori dai denti, le risposte del candidato sindaco di Roma del partito socialista.

Ma Grillini, che è di Bologna, conosce i problemi di Roma?

Frequento per i miei impegni politici Roma dal lontano 1970, ci vivo da una decina d'anni dividendo il mio tempo fra Roma e Bologna, e dal 2001 ho casa fissa a Roma. Vivendo qui ho la piena coscienza dei problemi della città. Anche io prendo i mezzi, compro da mangiare, butto via la spazzatura o subisco gli ingorghi del traffico come qualsiasi altro romano.

È proprio perché conosco i problemi di Roma, avendoli vissuti in prima persona, che desidero risolverli.

Ma Grillini non era solo un candidato gay?

Sono stato per un decennio presidente di Arcigay, e non ho proprio nulla da rinnegare. Mi sono battuto in prima linea sulla battaglia per le unioni civili e intendo continuare a farlo anche in futuro. La mia battaglia sul rispetto della laicità dello Stato non è un capriccio, ma nasce dai miei bisogni personali e vissuti. E credo che sia proprio questo a rendermi più credibile di altri candidati quando parlo di laicità. Non credo proprio che Rutelli sia in grado di dare lezioni di laicità, come affermano i suoi sostenitori…

Ciò detto, penso che vedere ogni persona gay solo dal punto di vista della sua sessualità faccia parte del pregiudizio. Anche i gay devono infatti, esattamente come chiunque altro, confrontarsi con i conti della spesa, con i problemi del lavoro, dello studio, della carriera, della salute. E come tutti possono essere o non essere capaci di risolvere questi problemi. Per questo anche le persone omosessuali vanno giudicate, come tutte le altre, in base a quello che fanno e per quello che valgono, e non per quello che fanno a letto. È esattamente per stabilire questo principio che mi sono battuto nel movimento gay per tutti questi anni.

Io fin da quando ero studente, ho fatto politica per trent'anni, sono stato eletto per due legislature, ho fatto parte della Commissione Giustizia, ho presentato proposte di legge che spaziano dall'informatizzazione alle "stragi del sabato sera"… comprendendo ovviamente anche la proposta di legge sulle Unioni civili. Rieleggendomi, gli elettori hanno espresso una valutazione sulle mie capacità come politico.

Il fatto che un candidato sindaco sia gay sembra essere un problema solo in Italia. All'estero ci sono già altre capitali governate da politici gay, come Klaus Wovereit a Berlino e Bertrand Delanoë a Parigi. E se possono permetterselo Berlino e Parigi, non vedo perché Roma non possa.

Come pensi di risolvere il problema del traffico?

C'è un solo modo per farlo: diminuendo il numero di auto in circolazione. Non sono io a dirlo, è il presidente dell'Automobile Club d'Italia, che in una intervista su "Repubblica" in data 22 marzo chiedeva il "numero chiuso" delle immatricolazioni delle auto e più trasporto pubblico.

Questo perché ormai in Italia abbiamo superato il numero di auto che fisicamente riescono a trovare posto su una strada. L'alternativa sarebbe fare come in America, demolendo il centro storico antico, con le sue strade strette, per costruire stradone larghe cinquanta metri per farci stare tutte le auto che desiderano percorrerle. Se qualcuno vuole demolire Roma lo dica, io però non ci sto.

Bisogna insomma ripensare tutto il sistema dei trasporti. Più spazio ai trasporti pubblici, che devono essere frequenti e comodi, corsie preferenziali per tutti i mezzi pubblici in modo da farli andare veloci, incremento della rete della metropolitana, parcheggi di scambio in periferia, via via fino al car sharing e a tutte quelle iniziative anche piccole ma efficaci, che sono già state sperimentate all'estero con risultati soddisfacenti.

Non migliorerà solo la scorrevolezza del traffico, ma anche e soprattutto la qualità dell'aria che respiriamo. Che è un problema sempre più grave e che colpisce tutti, ma che fa danni soprattutto alle categorie più sensibili, come i bambini e le persone anziane.

Perché insisti tanto sulla laicità? E perché ce l'hai tanto con la fede?

Io non ce l'ho con la fede di nessuno, anzi al contrario sto chiedendo il rispetto di tutte le credenze religiose, di qualsiasi tipo, sostenendo che ognuno deve essere libero di praticarle come crede, senza essere obbligato ad obbedire a comportamenti imposti sulla base di credenze religiose diverse dalla propria.

Il papa in persona è d'accordo con questa impostazione, come ha ribadito più volte di fronte all'imposizione della legge islamica, la shari'a, anche ai cristiani in aree in cui l'Islam è maggioritario, come nella Nigeria del nord, in Sudan o in Pakistan. In questi casi il papa è stato chiarissimo: una religione, anche se è maggioritaria, anche se è condivisa dalla quasi totalità della popolazione come lo è in Pakistan, non ha il diritto ad imporre per legge le proprie credenze a coloro che non la professano. Ebbene, io sto semplicemente chiedendo che si applichi all'Italia quello che si vorrebbe applicato in Pakistan o in Sudan.

Cosa sto chiedendo? Solo che si applichi la Costituzione: "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani", articolo 7. Sto chiedendo un'eresia?

Purtroppo, in Italia la risposta è sì. Un candidato come Rutelli, che aspetta il placet del Vaticano prima di candidarsi, non è decisamente la persona più adatta per fare rispettare i principi di rispetto dell'indipendenza e della sovranità.

E un partito come il Pd che si guarda bene da sottoporre alle celebri "primarie" il candidato sindaco, preferendo svolgere le primarie nei corridoi vaticani, non è certo una garanzia di laicità.

Cosa faresti nel settore della sicurezza?

Innanzi tutto la smetterei di giocare allo sceriffo. L'emergenza sicurezza è stata inventata negli ultimi anni anche per nascondere altri problemi, quelli legati alla grande delinquenza, che hanno reso possibile una catastrofe quale quella dei rifiuti in Campania, causata dalla connivenza fra camorra e uomini politici, e di cui nessuno ha parlato fino a quando non è esploso tutto.

La delinquenza esiste oggi come sempre, ma ciò che la gente forse non sa è che i reati in Italia in questo momento sono in diminuzione, e non in aumento. Quello che aumenta è solo l'attenzione che la tv dedica loro, in modo da dedicare meno tempo a parlare dei problemi veri, come gli stipendi il cui valore diminuisce di anno in anno… Di quelli, stranamente, i telegiornali non parlano.

Dunque il problema sicurezza va affrontando intervenendo dove c'è il bisogno di farlo, e non dove fa comodo per distogliere l'attenzione dei cittadini. Occorre intervenire per stroncare il fenomeno del "pizzo", di cui non si parla ma che a Roma purtroppo esiste eccome. Occorre intervenire sulla prostituzione non perché sia "immorale", ma perché alle spalle c'è la riduzione in stato di vera e propria schiavitù di donne e perfino di bambine, letteralmente comprate e vendute dalle mafie che trafficano in esseri umani: le loro vittime vanno aiutate e liberate, e non perseguitate. Occorre intervenire sulla violenza dove essa si manifesta, ad esempio nelle famiglie, che sono il luogo in cui si verifica la maggior parte degli omicidi… ed anche questo non lo si dice mai.

Occorre infine smetterla di giocare al gioco delle tre carte coi nomadi, trasferiti da un Comune all'altro come una patata bollente, senza che nessuno si preoccupi mai di studiare il modo per integrarli e responsabilizzarli. Il razzismo serve solo ad esasperare il problema senza risolverlo. La mia proposta guarda semmai a soluzioni sperimentate con successo in Italia e all'estero: percorsi d'integrazione per i Rom presenti nel comune, con un meccanismo di co-responsabilizzazione dei residenti nei singoli campi. Occorre procedere a responsabilizzare i capi villaggio, e ad includere i Rom in percorsi decisionali con chiari diritti di cui godere ma anche con precisi doveri da rispettare.

Cosa intendi fare per la mancanza di case?

Per anni le case popolari sono state demonizzate. Si è smesso di costruirne, e gli enti pubblici hanno cercato di sbarazzarsi di quelle che avevano, arrivando addirittura a svenderle pur di far cassa con la "cartolarizzazione" del patrimonio pubblico, considerato non una risorsa sociale, ma un peso. Questa situazione è tipica dell'Italia, dato che in quasi tutti gli altri Paesi europei il patrimonio edilizio pubblico continua ad essere consistente e serve a calmierare, in parte, il mercato degli affitti. Per questo:

Roma deve tornare a costruire case popolari, e deve riqualificare quelle già esistenti. Dal 2004 in Regione Lazio sono bloccati i fondi già stanziati per la costruzione di 5000 alloggi di edilizia sovvenzionata. Il Comune di Roma deve attivarsi per risolvere questa situazione.

Occorre offrire incentivi ai proprietari ad affittare gli appartamenti, contribuendo a diminuire l'immenso parco degli appartamenti sfitti.

L'accesso alle case popolari deve essere garantito a chi ne ha bisogno, ivi incluse le famiglie cosiddette "non tradizionali" (come quello dello stesso sesso), basando le graduatorie unicamente sulle effettive condizioni di bisogno.

Ma un voto a Grillini non rischia di favorire la destra?

È un dato di fatto che il sindaco verrà deciso al ballottaggio. Questo argomento è quindi solo un'arma propagandistica. È invece un dato di fatto che le istanze davvero di sinistra, come è la laicità, da sempre, possono essere difese solo con un chiaro segnale mandato dall'elettorato sul fatto che il clericalismo non paga. Visto che sono l'unico candidato che ha fatto del rispetto della laicità un argomento discriminante, che per difendere i valori di sinistra un voto alla mia candidatura sia un investimento sensato.

Cosa intendi fare al ballottaggio, che ormai tutti i sondaggi danno per certo?

Il partito davvero "democratico" è quello socialista. Decideremo quindi il 15 tutti assieme, i miei sostenitori ed io, durante un incontro pubblico.


Franco Grillini candidato sindaco a Roma

Alessandro 17:58

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